Contratti di Sviluppo Invitalia: contributi per investimenti strategici e innovativi
Come accedere ai finanziamenti e contributi a fondo perduto del MiSE per i grandi investimenti

Che cos’è?
Il contratto di sviluppo è un incentivo del Mise, gestito da Invitalia.
È destinato a chi realizza investimenti strategici e innovativi di rilevante dimensione, a sostegno quindi della struttura produttiva italiana, cercando di attrarre anche investimenti esteri.
Solo nel 2021 grazie a questa misura sono stati mobilitati oltre 1 miliardo di investimenti e 300 milioni sono stati concessi sotto forma di agevolazione. Dati che confermano i Contratti di Sviluppo come uno strumento fondamentale per la crescita e il sostegno delle attività produttive e lo sviluppo dell’innovazione.
Con il decreto Aiuti Bis, i contratti di sviluppo sono stati rifinanziati con 40 milioni nel 2022, 400 milioni nel 2023, 12 milioni per ciascun anno dal 2024 al 2030.
A chi si rivolge l’incentivo?
Il Contratto di Sviluppo per grandi investimenti è aperto a imprese italiane e estere, in forma singola o congiunta. In quest’ultimo caso le imprese possono presentare insieme un piano di sviluppo mediante la stipula di un contratto di rete.
I beneficiari della misura di Invitalia sono:
- impresa proponente: promuove l’iniziativa imprenditoriale ed è responsabile della coerenza tecnica ed economica del Contratto;
- eventuali imprese aderenti: realizzano progetti di investimento nell’ambito del Contratto;
- soggetti partecipanti agli eventuali progetti di ricerca, sviluppo e innovazione.
Cosa finanzia?
Il contratto di sviluppo finanzia 3 tipologie di programmi di sviluppo:
- industriale
- turistico
- di tutela dell’ambiente
composti da uno o più progetti di investimento e da eventuali progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, connessi e funzionali tra loro.
Le risorse per il 2022
Con la legge di bilancio 2022 i Contratti di sviluppo nel settore industriale vengono finanziati con 400 milioni di euro nel 2022, 250 milioni nel 2023 e 100 milioni per ogni anno dal 2024 al 2036.
Si prevedono, poi, le risorse aggiuntive provenienti dal PNRR: un miliardo e 740 milioni di euro per gli investimenti in rinnovabili e batterie e per le filiere strategiche del Made in Italy.
Iter più semplice
Con il decreto del Ministro dello Sviluppo economico del 2 novembre 2021 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 5 dell’8 gennaio 2022) sono entrate in vigore alcune modifiche alla disciplina dei Contratti di sviluppo.
La novità più importante è la semplificazione dell’iter amministrativo e una revisione dei criteri di attivazione della procedura “fast track” (si veda nel proseguio dell’articolo per i dettagli sulla procedura).
Queste le novità di rilievo:
- rafforzati i criteri di selezione per la sottoscrizione degli Accordi di Sviluppo
- abrogata la procedura relativa alla sottoscrizione degli Accordi di Programma
- aggiornati i requisiti per la concessione delle agevolazioni per i programmi di sviluppo industriale e di sviluppo turistico, con l’intento di agevolare i programmi maggiormente qualificati
Infine, il Decreto integra le disposizioni già previste dalla Direttiva ministeriale del 19 aprile 2021 finalizzate a sostenere il settore del turismo nelle aree interne del paese, rendendole parte integrante della procedura ordinaria:
- La riduzione della soglia di accesso ai contratti di sviluppo nel settore del turismo da 20 a 7,5 milioni di euro (e l’importo minimo del progetto d’investimento del proponente si riduce a 3 milioni di euro) per i programmi di investimento da realizzare nelle aree interne del Paese o per il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse.
- I programmi di sviluppo riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli possono essere accompagnati da investimenti per la creazione, la ristrutturazione e l’ampliamento di strutture idonee alla ricettività e all’accoglienza dell’utente (servizi di ospitalità).
Quali sono le spese ammissibili?
Le spese ammissibili con riguardo ai programmi di investimento produttivi sono relative a:
- suolo aziendale;
- opere murarie e assimilate;
- infrastrutture specifiche aziendale;
- macchinari, impianti e attrezzature;
- programmi informatici, brevetti, licenze, know-how, e conoscenze tecniche non brevettate;
- spese per consulenze.
Le spese ammissibili con riguardo ai programmi di ricerca, sviluppo e innovazione sono relative a:
- personale;
- strumenti e attrezzature;
- ricerca contrattuale;
- spese generali;
- materiali.

In cosa consiste l’agevolazione?
Le agevolazioni sono concesse nelle seguenti forme anche in combinazione tra loro:
- finanziamento agevolato nel limite massimo del 75% dell’importo complessivo del progetto;
- contributo in conto interessi;
- contributo in conto impianti;
- contributo alla spesa.
L’importo complessivo delle spese ammissibili non deve essere inferiore ai 20 milioni di euro (7,5 milioni di euro nel caso in cui il programma riguardi unicamente attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli).
I progetti di investimento del soggetto proponente dovranno prevedere spese ammissibili non inferiori a 10 milioni di euro (3 milioni di euro nel caso in cui il programma riguardi unicamente attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli). L’importo di ciascun progetto dei soggetti aderenti non può essere inferiore a 1,5 milioni di euro.
Gli incentivi per progetti di ricerca, sviluppo e innovazione
L’intensità di aiuto per la ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale può essere aumentata del 15% fino a un’intensità massima dell’80 % dei costi ammissibili se è soddisfatta una delle seguenti condizioni:
- il progetto prevede la collaborazione effettiva tra imprese di cui almeno una è una PMI o viene realizzato in almeno due Stati membri, o in uno Stato membro e in una parte contraente dell’accordo SEE, e non prevede che una singola impresa sostenga da sola più del 70 % dei costi ammissibili;
- il progetto prevede la collaborazione effettiva tra un’impresa e uno o più organismi di ricerca e di diffusione della conoscenza, nell’ambito della quale tali organismi sostengono almeno il 10 % dei costi ammissibili e hanno il diritto di pubblicare i risultati della propria ricerca;
- i risultati del progetto sono ampiamente diffusi attraverso conferenze, pubblicazioni, banche dati di libero accesso o software open source o gratuito.

Accordi di sviluppo: cosa sono?
All’interno della normativa sui Contratti di sviluppo è prevista la possibilità di sottoscrivere specifici accordi.
ACCORDI DI SVILUPPO
Per i programmi di grandi dimensioni, che rivestono una particolare rilevanza strategica, è attiva una specifica procedura, l’Accordo di Sviluppo, che implica una corsia preferenziale per le risorse, una riduzione dei tempi e un maggior coinvolgimento delle amministrazioni coinvolte.
Gli Accordi di Sviluppo, invece, prevedono programmi di sviluppo di consistenti dimensioni, superiori a 50 milioni di euro (20 milioni di euro se si tratta unicamente di attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli).
I programmi devono presentare una particolare rilevanza strategica in relazione al contesto territoriale e al sistema produttivo interessato. Gli elementi valutati sono:
- significativo impatto occupazionale;
- capacità di attrazione di investimenti esteri;
- coerenza degli investimenti previsti con il piano nazionale Industria 4.0.
Inoltre un Accordo di sviluppo potrà essere sottoscritto se il programma di sviluppo è qualificabile come programma di sviluppo per la tutela ambientale o se il programma di sviluppo è proposto da una rete d’imprese, ovvero programma di sviluppo concernente la trasformazione tecnologica dei prodotti o dei processi produttivi finalizzata all’aumento della
sostenibilità ambientale.
La sottoscrizione di un Accordo di sviluppo concernente la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli è, altresì, subordinata alla verifica della capacità del programma di sviluppo di determinare positivi effetti o sinergie con i sistemi di filiera diretta ed allargata regionali e/o nazionali.
Proprio per tener conto della rilevanza e l’impatto di questi programmi il Mise ha previsto:
- una riduzione dei tempi di valutazione e attuazione della misura (Fast Track)
- una maggior coinvolgimento delle amministrazioni interessate che possono eventualmente intervenire al cofinanziamento del programma.
Gli Accordi di sviluppo godono di una corsia preferenziale con priorità nella prenotazione delle risorse e nei tempi di valutazione e di attuazione: i tempi di istruttoria sono di 90 giorni.
I format di domanda di accesso alla procedura ordinaria e alla procedura “fast track” sono in corso di aggiornamento.

Le imprese interessate, prima della richiesta, devono contattare le Regioni coinvolte per verificarne l’effettivo interesse al cofinanziamento degli interventi, che si configura come una condizione necessaria per la sottoscrizione dell’Accordo.