Covid-19 UE: fondi strutturali più flessibili e il nuovo ESCALAR per il sostegno al venture capital

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Contro il Coronavirus scende in campo anche l’Unione Europea con una riforma dei Fondi Strutturali e un nuovo programma per gli investimenti

Si stima che il 90% delle startup abbiano problemi a finanziare la loro crescita in Europa, a causa dell’emergenza sanitaria in corso. 

Come supportare le startup europee che in questo momento si vedono bloccate nella loro fase di espansione?

escalar programma UE investimenti startupESCALAR supporto europeo ai finanziamenti delle startup

Per supportare l’innovazione e potenziare gli investimenti nelle startup innovative in questa difficile situazione economica, la Commissione europea ha appena lanciato un nuovo strumento finanziario: ESCALAR.

ESCALAR si colloca all’interno della nuova strategia europea per migliorare l’accesso ai finanziamenti per le PMI e supporterà il VENTURE CAPITAL europeo. Un intervento fondamentale in questo momento di crisi, in cui le startup in crescita potrebbero aver bisogno di un sostegno aggiuntivo da parte dei loro investitori.

Come funziona

ESCALAR è per ora in fase pilota per poi eventualmente diventare uno strumento finanziario stabile del prossimo quadro pluriennale europeo (2021-2027).

Sviluppato insieme al Fondo europeo per gli investimenti (FEI), fornirà fino a 300 milioni di euro con l’obiettivo di aumentare la capacità di investimento del capitale di rischio e dei fondi di private equity, sbloccando investimenti fino a 1,2 miliardi di euro, ovvero quattro volte l’investimento iniziale.

L’analisi e la selezione dei fondi viene gestita dal FEI.

La call per i fondi è aperta fino al 30 giugno e si rivolge a:

  • nuovi fondi incentrati sul finanziamento di scale-up
  • fondi esistenti che desiderano supportare le aziende ad alto potenziale nel loro portafoglio per sviluppare ulteriormente la loro crescita

Coronavirus Response Investment Initivative e CRII +

Per quanto riguarda invece gli interventi necessari per intervenire direttamente sull’emergenza sanitaria, l’UE ha reso disponibili ai paesi membri 37 miliardi di euro dei fondi strutturali della politica di coesione 2014-2020 per la lotta al coronavirus.

Applicherà inoltre le norme per la spesa per la coesione con la massima flessibilità, consentendo di utilizzare i fondi per finanziare azioni connesse alla crisi.

Circa 8 miliardi arrivano dai prefinanziamenti versati a inizio 2019 e non spesi ma che non saranno richiesti indietro. Secondo la Commissione, altri 29 miliardi di euro in co-finanziamenti dell’UE proverranno dai fondi che gli Stati membri potranno riprogrammare.

Per l’Italia, l’investimento totale (liquidità liberata non dovendo rimborsare i prefinanziamenti non spesi nell’ambito dei Fondi strutturali e di investimento) sarebbe di più di 2,3 miliardi di euro. A cui si aggiungono 8 miliardi e 945 milioni non utilizzati nei programmi di coesione.

La proposta: prolungare la programmazione europea fino al 2022

La nuova programmazione 2021-2027 è in fase di negoziazione e il tempo potrebbe essere nemico a un intervento efficace dell’Europa. Per questo tra le proposte al ventaglio c’è anche la possibilità di prolungare di un biennio l’attuale settennato della programmazione europea in scadenza appunto nel 2020.

Per ora, comunque, le opportunità di finanziamento connesse ai fondi strutturali diventerebbero più elastiche, ampliando il loro raggio di azione, per fronteggiare concretamente l’emergenza.

Le principali modifiche ai Fondi Strutturali

Cosa cambierebbe di fatto per i finanziamenti erogati tramite i fondi strutturali europei?

  • L’UE elimina l’obbligo di cofinanziamento nazionale dei finanziamenti tramite fondi strutturali
  • Scompaiono i limiti di “concentrazione tematica” delle spese per svincolare le risorse rimaste inutilizzate
  • Viene introdotta la massima flessibilità per il trasferimento di risorse tra un fondo e l’altro, in base alle esigenze concrete che emergono
  • L’interscambiabilità e elasticità non è ammessa solo tra le risorse dei vari fondi strutturali, ma anche tra programmi, rendendo possibile il trasferimento tra regioni e tra programmi nazionali

Gli Stati possono apportare le modifiche ai programmi operativi stabilite dalla Commissione presentando richiesta dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2021.

 

CRII riforma fondi strutturali UE

  • I trasferimenti di risorse tra regioni non devono in alcun modo penalizzare le regioni meno sviluppate
  • Per consentire un reale spostamento di risorse da un fondo all’altro, scompaiono i limiti relativi alle quote minime destinate al Fondo sociale europeo e al Fondo di coesione
  • Inoltre, con riguardo ai limiti finanziari da rispettare al termine dei programmi, è stato proposto di permettere agli Stati di spostare su priorità diverse rispetto a quanto disposto in sede di bilancio fino al 10% di quanto preventivato
  • Infine, è autorizzato il finanziamento anche di operazioni già completate

Le nuove misure potrebbero entrare in vigore subito dopo l’approvazione del Parlamento europeo in Plenaria in programma per il 16-17 aprile.


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