La Commissione europea ha pubblicato la relazione di sintesi annuale sull’attuazione degli strumenti finanziari nel 2020. Strumenti di capitale e di debito, garanzie sui prestiti, capitale di rischio e strumenti per la condivisione dei rischi si sono rivelati fondamentali per le PMI europee, tanto più in tempi di crisi pandemica.

Ammontano a € 29 miliardi, secondo la relazione annuale della Commissione europea, i finanziamenti erogati in favore delle PMI del territorio comunitario nel periodo di programmazione 2014-2020.
€ 21,6 miliardi sono stati stanziati nell’ambito dei Fondi Strutturali e di investimento europei (SIE).
Sono state le PMI ad essere colpite maggiormente dal nuovo quadro economico in sofferenza a causa della crisi sanitaria. Di conseguenza, lo sforzo finanziario da parte UE è accelerato. Rispetto al 2019, nel 2020 il numero di PMI che hanno ricevuto sostegno tramite strumenti finanziari europei è cresciuto di 365.000 unità, per un totale di 1000 PMI in più al giorno per un anno.
Gli strumenti finanziari del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) hanno stanziato € 7 miliardi di capitale circolante per le PMI nel contesto COVID-19.
In totale, i FESR hanno sostenuto 478.000 PMI, di cui di cui 375.000 qualificate come microimprese.
Nonostante la crisi COVID-19, gli strumenti del Fondo sociale europeo (FSE) hanno raddoppiato gli importi impegnati e versati ai destinatari finali. Su un totale di 7.964 destinatari finali supportati, 4.047 erano microimprese e 3.557 individui.
La crisi del COVID-19 ha avuto un impatto significativo sull’allocazione pianificata per gli strumenti finanziari nei programmi: l’importo è aumentato di quasi € 4 miliardi nel 2020 rispetto a un anno prima. Questo spostamento netto da altre forme di sostegno, principalmente sovvenzioni, verso gli istituti finanziari si spiega anche con la fase avanzata del periodo di programmazione e il fatto che la maggior parte delle risorse era già stata impegnata.
L’Italia, con la Grecia, è stato il Paese nel quale si è registrato l’incremento più elevato di risorse allocate su questi strumenti finanziari: quasi 1,4 miliardi in più rispetto al 2019. La maggior parte delle risorse aggiuntive hanno sostenuto il capitale circolante delle PMI a fronte della crisi di liquidità causata dal Covid- 19.
Alla fine del 2020 i finanziamenti rimborsabili erogati ai destinatari finali hano raggiunto quota € 37,7 miliardi, con un aumento di quasi 23 miliardi rispetto a un anno prima. L’aumento maggiore è avvenuto in Italia (€ 12,4 miliardi di finanziamenti aggiuntivi).
La maggior parte delle risorse è stata erogata sotto forma di prestiti garantiti, per un totale di € 24 miliardi. 3 miliardi di contributi privati sono stati mobilitati a livello dei destinatari finali tramite prestiti e oltre 2,3 miliardi tramite capitale.
Come funzionano gli strumenti finanziari UE
Gli strumenti finanziari possono essere forniti dall’UE attraverso intermediari finanziari negli Stati membri in gestione condivisa per sostenere le loro politiche e i loro programmi.
Ci sono vari tipi di strumenti finanziari:
- equity e debito;
- garanzie di prestito;
- capitale di rischio;
- strumenti di condivisione del rischio (risk-sharing facilities).

Ad esempio, l’UE eroga prestiti ad imprese di tutti i tipi per investimenti nella ricerca e nell’innovazione.
Inoltre, offre garanzie per aiutare i beneficiari a ottenere prestiti più facilmente o a condizioni più favorevoli da banche e altri finanziatori. L’UE può inoltre partecipare finanziariamente a un progetto possedendone una parte.
Gli strumenti finanziari possono anche essere combinati con sovvenzioni.
Gli strumenti finanziari sono attuati in partenariato con istituzioni pubbliche e private come banche, investitori in capitale di rischio o investitori informali. Tali istituzioni finanziarie determinano le esatte condizioni di finanziamento – importo, durata, tassi di interesse e commissioni.
Chi sono i beneficiari?
Tutte le imprese di qualsiasi dimensione, startup, microimprese e imprese più grandi, possono beneficiare di questo tipo di finanziamento.

Gli strumenti finanziari UE per contrastare la crisi Covid-19
Questi strumenti finanziari si sono rivelati una risorsa anche grazie alla flessibilità fornita dalle Coronavirus Response Investment Initiative (CRII) e Coronavirus Response Investment Initiative Plus (CRII+) che da Bruxelles sono stati istituiti per attuare lo stanziamento di fondi straordinari per affrontare la crisi causata dal Coronavirus.
La Commissione europea ha anche adottato un Quadro di riferimento temporaneo per gli aiuti di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19 per consentire agli Stati membri di approntare misure di sostegno alle imprese duramente colpite dalla crisi, sfruttando la flessibilità massima prevista dalle norme sugli aiuti di Stato.
Il framework è stato di recente prorogato a giugno 2021, prevedendo importanti misure a favore di startup e PMI.
Coronavirus Response Investment Initiative (CRII)
Che cos’è?
Si tratta di risorse del bilancio UE volte a fornire sostegno finanziario agli Stati membri per la loro risposta immediata alla crisi del Coronavirus e al suo impatto a lungo termine e fornire liquidità immediata ai bilanci degli Stati membri.
In sintesi, prevede l’anticipo dei pagamenti, il reindirizzamento dei fondi di coesione e l’assistenza agli Stati membri nel convogliare il denaro dove è più necessario il più rapidamente possibile.
Questo significa anche fornire una maggiore flessibilità ai Paesi membri per riallocare le risorse finanziarie, assicurandosi che il denaro sia speso nei settori di maggiore necessità: il settore sanitario, il sostegno alle PMI e il mercato del lavoro.
Obiettivi
Massima flessibilità, minimo lavoro amministrativo aggiuntivo e fruizione delle risorse il più rapidamente possibile.
Coronavirus Response Investment Initiative Plus (CRII+)
Che cos’é?
Questo nuovo pacchetto integra l’iniziativa precedente, Coronavirus Response Investment Initiative (CRII), introducendo una flessibilità straordinaria per consentire che tutto il sostegno non utilizzato dei Fondi strutturali e di investimento europei possa essere mobilitato al massimo.
Questa flessibilità è garantita attraverso:
- la previsione della possibilità di trasferimento tra i tre fondi della politica di coesione (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo e Fondo di coesione);
- trasferimenti tra le diverse regioni;
- flessibilità di concentrazione tematica;
- un tasso di cofinanziamento UE del 100% per i programmi della politica di coesione per l’anno contabile 2020-2021.