HORIZON 2020: LE NOVITÀ PER IL TRIENNIO 2018-2020
I finanziamenti dell’Unione Europea per il nuovo triennio per sostenere PMI e Startup innovative a alto impatto tecnologico
Con la call di febbraio 2018 si è aperto il nuovo triennio dello SME Instrument, uno dei principali strumenti di finanziamento, parte del programma Horizon 2020, promosso dall’Unione Europea per sostenere le attività di ricerca e innovazione delle PMI e startup innovative.
L’UE riconosce infatti le piccole e medie imprese come una significativa fonte di innovazione, crescita ed occupazione.
Il programma quadro Horizon, arrivato alla sua ottava edizione, mette a disposizione 8 miliardi di euro per promuovere la ricerca e lo sviluppo delle imprese europee. Di tale dotazione, circa € 700 milioni (ovvero l’8%) sono stati destinati all’Italia sotto forma di finanziamenti.
Per numero di domande inviate il nostro paese è secondo solo alla Germania, ma il tasso di successo delle proposte delle nostre imprese è inferiore alla media europea. Questo dato non è però da considerare scoraggiante: la spesa italiana in ricerca e sviluppo, così come il numero di ricercatori impiegati, è ben al di sotto dei livelli di Germania o Francia. Quindi per le poche “armi” a nostra disposizione, il tasso d’innovatività dell’Italia è un dato ragguardevole.
Se come sembra, la spesa nazionale in ambito tecnologico aumenterà nei prossimi anni, non è irrealistico pensare di raggiungere l’obbiettivo posto dal MIUR di portare al 10% le risorse del programma Horizon 2020 ottenute dall’Italia.
La spesa in ricerca non è l’unico fattore da considerare per l’assegnazione dei fondi europei, vi sono infatti anche altri ambiti che le imprese devono tenere in conto.
A tal fine, l’European Innovation Council (EIC) ha pubblicato a gennaio 2018 un rapporto intitolato “Europe is back: accelerating breakthrough innovation” nel quale sono elencate 14 raccomandazioni da seguire per gli innovatori europei.
Tali raccomandazioni sono divise in quattro categorie sotto l’acronimo FAST (Funding, Awareness, Scale e Talent) e forniscono direzioni su come gestire l’investimento privato, la comunicazione e la diffusione dei progressi scientifici e su come far fronte alle barriere tecnologiche.
Con il nuovo triennio di programmazione (2018-2020) sono state inserite delle novità nelle modalità di valutazione delle idee ed attribuzione dei finanziamenti europei per le PMI e le Statup innovative.
In passato le aziende italiane hanno inviato 2.300 progetti e di questi solamente 77 sono stati finanziati. Ciò non significa che altre proposte non fossero meritevoli, ma solo che i fondi sono stati esauriti. Alcune aziende si sono viste premiate dopo numerosi tentativi, pure ricevendo sempre delle buone valutazioni, mentre altre 800 aziende circa sono ancora in lista d’attesa. La novità di quest’anno prevede, prima dell’assegnazione dei fondi, un colloquio tra l’impresa promotrice del progetto e i giudici per chiarire eventuali dubbi sulla tecnologia, l’accesso al mercato, il modello di business, il team, ecc.
Nella giuria, di cui purtroppo non fa parte alcun italiano, sono presenti imprenditori, rappresentanti d’incubatori, della finanza e dell’industria europea. Questo assicura che la giuria sia ferrata su un varietà di argomenti e tecnologie. Grazie anche ai preziosi consigli FAST contenuti nel rapporto EIC, l’opportunità di un colloquio potrà mettere in luce le profonde conoscenze, competenze ed ambizioni dei professionisti italiani.
L’Europa vuole quindi puntare sulle startup e sulle aziende che ambiscono ad introdurre innovazioni sostanziali e l’Italia è più che mai pronta a raccogliere la sfida.
Fonte dati: Il Sole 24 Ore
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SME Instrument 2020: il finanziamento europeo per startup e PMI innovative