Innovazione UE: i paesi leader e alcune imprese italiane da monitorare

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Abbiamo letto il report “European Innovation Scoreboard 2019” della Commissione Europea sull’avanzamento del tasso di innovazione nei paesi UE.  L’Italia è ancora a “innovazione moderata” ma non vale per tutte le imprese.

Come sta contribuendo l’Europa al progresso dell’innovazione? Efficacemente, secondo le stime dello European Innovation Scoreboard 2019. Infatti, per la prima volta, l’Unione Europea si attesta davanti agli Stati Uniti. Un vantaggio è stato accumulato anche rispetto a Brasile, India, Russia e Sud Africa. Al contrario, la Cina viaggia ad un tasso di crescita tre volte più veloce dell’UE, mentre Giappone e Corea del Sud restano in pole position.

La teoria dell’innovazione ripone fiducia nel fatto che solo attraverso strumenti originali e inediti sia possibile mantenere competitività sul mercato.

Lo standard d’eccellenza nell’innovazione si sta progressivamente alzando man mano che aumenta la concorrenza. Ma nonostante gli alti livelli di investimento, bisogna notare il fatto che l’innovazione non si può comprare semplicemente investendo molto in R&S: è piuttosto il risultato di un’elevata attenzione sulla strategia, la cultura, il coinvolgimento del management, l’attenzione agli utenti e un’execution scrupolosa del ciclo dell’innovazione” (Barry Jaruzelski, Senior Partner di PwC America).

Gli indicatori di innovatività

Uno dei più basilari indicatori di innovatività può essere semplicisticamente il calcolare la percentuale di imprese innovatrici presenti sul territorio di un paese, oppure il verificare la quota di imprese che in ciascun ambito produttivo (settore di attività economica o classe dimensionale) ha introdotto almeno un cambiamento nel regime di produzione. Secondo le indicazioni di EUROSTAT, un’impresa può definirsi innovatrice se ha introdotto un qualsiasi tipo attività rientrante nei quattro principali filoni di innovazione riportati qui di seguito:

  • Innovazione di prodotto o servizio;
  • Innovazione di processo;
  • Innovazione organizzativa;
  • Innovazione di marketing.

Le prestazioni nel campo dell’innovatività Paesi a confronto

Dai dati basati sulle ricerche statistiche, scientifiche e tecnologiche, effettuate dal Community Innovation Survey (CIS), si riscontra che le prestazioni del sistema di innovazione dell’UE, misurato come media ponderata delle prestazioni dei sistemi di tutti i 28 Stati membri, sono migliorate nel corso del tempo fino a raggiungere un notevole incremento di +8,8 punti percentuali nel 2018. Tutto ciò è stato possibile non solo grazie all’aumento degli investimenti, ma anche grazie ai continui miglioramenti nella gestione delle risorse umane, dell’ambiente favorevole allo sviluppo di nuove tecnologie, dell’impiego di risorse proprie e di sistemi di ricerca aggiornati.

Tornado al report sulle perfomance nel campo dell’innovazione presentato dalla Commissione Europa, i paesi dell’UE si possono suddividere in quattro gruppi, a seconda dei punteggi che riescono a realizzare nel campo dell’innovazione: i leader dell’innovazione, gli innovatori forti, gli innovatori moderati e gli innovatori modesti.

La Svezia è leader dell’innovazione nell’UE nel 2019, seguita da Finlandia, Danimarca e Paesi Bassi. Il Regno Unito e il Lussemburgo dalla posizione di leader sono calati al gruppo degli innovatori forti, mentre l’Estonia entra a far parte di questo gruppo per la prima volta dal suo ingresso nel mercato unico.

Dagli esiti analizzati dal report si evince che ci sono stati numerosi progressi da parte di 25 dei Paesi UE. Coloro che hanno apportato un incremento in misura più marcata sono Lituania, Grecia, Lettonia, Malta, l’Estonia e i Paesi Bassi, mentre sono peggiorati in modo più drastico la Romania e la Slovenia.

Italia: innovazione moderata con qualche eccezione

Nel dettaglio, l’Italia si è classificata fra gli stati “innovatori moderati”. Pur avendo ottenuto dei miglioramenti rispetto agli anni passati, è solo al 18° posto nell’UE per innovazione.

Le aziende italiane si trovano in ritardo sulla tabella di marcia per l’evoluzione. Risultano poco informate anche sulle opportunità offerte al mondo imprenditoriale a partire dalle importanti iniziative nazionali come il Piano Industria 4.0, che ha messo a disposizione 13 miliardi di euro dal 2017 al 2020 per sostenere le imprese nel processo di digitalizzazione e robotizzazione dei sistemi produttivi.

La quota di imprese italiane coinvolte da processi innovativi è inferiore ai paesi dell’UE-15 così come la spesa per innovazione per addetto è inferiore rispetto ai paesi europei più industrializzati, sicuramente il risultato di un modello di specializzazione produttiva orientato a settori caratterizzati da basse opportunità tecnologiche e innovative.

L’industria italiana conferma la sua incuranza nell’investire in modo appropriato in R&S e nella registrazione di brevetti. Ciononostante, le imprese riescono a introdurre nuovi prodotti e processi tramite altre fonti di conoscenza, come l’acquisizione di macchinari, un know-how diffuso e la collaborazione. Per identificare il reale grado di innovatività del sistema produttivo italiano, non ci si può quindi affidare solo agli indicatori citati. Meglio invece adottare una concezione più ampia d’innovazione e delle attività ad essa connesse.

Se, infatti, si confronta il dato italiano con quello europeo a livello di singolo settore di attività economica, il deficit di innovatività delle imprese italiane rispetto alla media europea si attenua, anche se non si annulla. In effetti, nel settore dei prodotti alimentari e in quelli della lavorazione del tabacco è possibile appurare una maggiore percentuale di imprese innovatrici rispetto a quanto avviene nell’insieme del gruppo UE-15. In conclusione, si nota un notevole aumento degli investimenti nei settori tradizionali del Made in Italy, come Alimentari e Bevande, Tessile e Abbigliamento, Carta ed Editoria e Mobili. Sono infatti questi i campi in cui le imprese italiane sostengono spese per l’innovazione più elevate rispetto alla media europea.

Imprenditori che investono in innovazione, risorse intellettuali dalle Università e Centri di ricerca sono le risorse più forti in materia di innovazione. L’Italia ottiene punti grazie alle PMI che innovano in-house, alle applicazioni di design e alle realtà che innovano le caratteristiche di prodotti o di processi. Le partnership, le risorse umane (dipendenti specializzati), i finanziamenti sono le dimensioni di innovazione più deboli. D’altronde, molti dei limiti che bloccano lo sviluppo delle imprese italiane riguardano alcuni aspetti delle risorse finanziarie destinate alla R&S, ovvero:

  • un livello di spesa molto inferiore rispetto ad altri paesi dell’Europa occidentale, sia in valori assoluti sia in rapporto al PIL, con un andamento decrescente che allontana l’Italia dai principali competitor a livello europeo;
  • una riduzione piuttosto consistente della spesa pubblica, che si accompagna alla stagnazione dell’investimento in ricerca di base, con un prevedibile effetto negativo sulla performance scientifica collegata alla produzione di risultati particolarmente innovativi e di frontiera;
  • una mancata crescita della spesa delle università e delle istituzioni pubbliche in percentuale al PIL, anche a causa della scarsa capacità del settore pubblico di attrarre il finanziamento privato, quasi completamente destinato all’autofinanziamento della ricerca industriale;
  • una contrazione degli stanziamenti pubblici in R&S in rapporto alla spesa pubblica totale negli ultimi dieci anni;
  • una riduzione particolarmente marcata degli stanziamenti pubblici destinati agli enti di ricerca vigilati dal MIUR, che colpisce in modo più sensibile la ricerca spaziale e la ricerca interdisciplinare del CNR;
  • una distribuzione territoriale della spesa pubblica e privata molto squilibrata, che desta forti preoccupazioni per i possibili effetti negativi in termini di crescita economica, sociale e culturale delle regioni del Sud e delle Isole.

Gli strumenti per finanziare l’innovazione

Con oltre 10 anni di attività nel campo della finanza agevolata e l’europrogettazione, Fimap ha sviluppato una metodologia che mixa competenze di finanza agevolata, marketing, open innovation e project management: l“innovation radarindividua startup e PMI innovative per supportarle nel raggiungere obiettivi di innovatività e competitività.

L’approccio strategico alla finanza agevolata, che crea piani di sviluppo orientati alle attività di R&S e tecnologie digitali, ci ha permesso di far emergere eccellenze italiane dalla forte carica innovativa e contribuire a trasformare idee, startup e PMI innovative in imprese di valore, grazie a processi di Digital Transformatio.

R&S e Digital Transformation: 4 imprese innovative da tenere d’occhio secondo il Fimap Innovation Radar:

Abbiamo selezionato alcune tra le imprese innovative del Fimap Innovation Hub, la nostra rete di innovatività, che meritano di essere tenute d’occhio per le attività di R&S portate avanti e il loro grado di maturità dell’innovazione:

  • Checkout Technologies: è una startup innovativa che opera nel settore della distribuzione e della logistica, specializzata nell’ideazione, progettazione e produzione di sistemi altamente tecnologici, del tutto originali, legati al settore del retail. Realizza tecnologie per rendere gli store completamente automatizzati, evitando le fasi di check-in e check-out degli utenti, la creazione di file alle casse e gli errori commessi per negligenza dai commessi, permettendo all’utente di beneficiare di un’esperienza d’acquisto in totale libertà e risparmio di tempo;
  • Agilelab: realizza tecnologie scalabili che ricorrono all’intelligenza artificiale, al machine learning e al deep learning a partire da una semplice raccolta dati. Realizza sistemi software avanzati per coloro che vogliono stimolare il valore reale dei loro dati e migliorare i loro core process con un approccio innovativo e agile;
  • Kopjra: startup innovativa specializzata nella protezione della proprietà intellettuale e della privacy su Internet. Ha ideato il Legal Tech Forum, prima conferenza in Italia dedicata alle tecnologie legali, giunta alla terza edizione. È focalizzata nella realizzazione di soluzioni SaaS e API complesse ed è esperta nelle metodologie di acquisizione forense su Internet secondo i dettami dello standard ISO/IEC 27037:2012;
  • Dispell Magic: startup che ha lanciato sul mercato la piattaforma Competitoor, una soluzione B2B che aiuta marchi, e-commerce, acquirenti e Web Agency a monitorare i prezzi on line e ad essere direttamente aggiornati su qualsiasi variazione di prezzo sul mercato.
    Grazie alla sua tecnologia brevettata, Competitoor automatizza le operazioni quotidiane di scouting sull’oscillazione dei prezzi e invia agli iscritti aggiornamenti in tempo reale su variazione di prezzo, tramite e-mail o avvisi di dashboard.

 

 


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