Legge di Bilancio 2019: le misure a favore di venture capital e startup innovative
Una guida alla manovra 2019 per quanto riguarda Venture Capital e Start up Innovative.
La legge di bilancio 2019 ha previsto di mobilitare un miliardo di euro nel Venture Capital, un obiettivo ambizioso che finalmente porterebbe l’Italia a avvicinarsi agli altri Stati europei, superando un blocco agli investimenti che, negli ultimi anni, è stato un freno all’innovazione e alla crescita delle startup e pmi innovative, così come avevamo già accennato in un precedente articolo.
Nel 2018 il mercato ha investito 598 milioni di Euro nelle startup italiane, superando dell’81% gli investimenti rispetto all’anno precedente[1]. Le startup innovative richiedono investimenti sei volte superiori rispetto alle altre società di nuova costituzione.
Le misure pensate dalla manovra potrebbero inserirsi in questo contesto, rafforzando il panorama dell’innovazione in Italia.
Gli obiettivi in tema di venture capital e startup innovative per il 2019
Ad oggi non sono ancora stati pubblicati i relativi decreti di attuazione, che renderanno concreti gli obiettivi fissati nella legge di bilancio:
- Arriva il riconoscimento ufficiale della categoria dei Business Angel, con la previsione di un apposito registro tenuto presso Banca d’Italia. Tra i requisiti fondamentali per l’identificazione si evidenzia l’attività di investimento in modalità professionale in startup italiane, che dovrà raggiungere la soglia minima di 50 mila euro in tre anni;
- Si prevede la nascita dell’asset class “Venture Capital” come categoria autonoma e non più sottocategoria del Private Equity;
- Aumenta l’esenzione fiscale al 40% per coloro che investono in startup e facilitano gruppi di investimento fino a 25 milioni di euro. Misura particolarmente interessante in grado di operare come incentivo efficace per l’Angel Investing, il Crowdfunding e gli investimenti negli Hub;
- Lo Stato diventerà un investitore Venture Capital nel 2019 in maniera diretta o indiretta attraverso la partecipazione a fondi privati, creando appositamente una voce di bilancio del MISE con 90 milioni per gli anni 2019, 2020 e 2021, e 110 milioni per i successivi fino al 2025;
- in aggiunta alla voce precedente, si prevede l’obbligo per lo Stato di investire almeno il 15% delle entrate derivanti dalla distribuzione di dividenti delle aziende pubbliche in Fondi di Venture Capital;
- I PIR (Piani Individuali di Risparmio) avranno l’obbligo di investire il 3,5% delle loro risorse in Fondi di Venture Capital in cambio di esenzioni fiscali;
- Sono previste esenzioni fiscali del 10% anche per le casse previdenziali, per investimenti in Venture Capital pari al 5% delle loro risorse;
- Nasce il Fondo Nazionale per l’Innovazione che ingloba Invitalia Ventures nella Cdp con 440 milioni di Euro in fondi e l’aggiunta di altrettante centinaia di milioni di Euro come fondi di stato per il settore;
- Sono introdotte esenzioni fiscali fino al 50% per le aziende che acquistano startup e le tengono per almeno 3 anni.
Un cambiamento strutturale positivo, da troppo tempo atteso nel panorama innovativo nazionale, che potrebbe porre fine alla scarsità di capitali per il Venture Capital che negli ultimi anni ha caratterizzato il sistema italiano. L’intervento pubblico potrebbe essere inoltre il giusto impulso per spronare il mercato della finanza indirizzata all’innovazione, incentivando gli operatori privati all’investimento.
Rimangono tuttora questioni e problemi ancora aperti, come i dubbi sulla governance che guiderà il fondo sotto il controllo di Cdp, la gestione della voce di bilancio del MISE ed ancora ulteriori precisazioni necessarie.
[1] Il Sole24ore, Venture Capital, obiettivo un miliardo, 2019.
Incentivi Industria 4.0: le novità introdotte dalla legge di bilancio 2020